Pubblichiamo, nella nostra traduzione, un breve articolo apparso il 7 agosto 2021 su Mediacongo, uno dei quotidiani online più noti e apprezzati nel Congo Democratico. Neretti nostri. Il pezzo, a firma di Gaba T.Objectif – un alias per mettere al riparo l’autore da ritorsioni – è provocatorio, ma con il disincanto caratteristico dell’uomo africano pone un interrogativo cruciale per le democrazie in Africa, e per la democrazia in genere. La domanda dovrebbe seriamente interessare anche noi italiani, specie a pochi giorni di distanza dalla rielezione del presidente Mattarella, che rischia di instaurare una spirale ridondante di cui faremmo francamente a meno. Per comprendere l’ultimo capoverso, è necessario sapere cos’è il diritto consuetudinario, largamente diffuso in Africa.

Dovremmo continuare a tenere elezioni presidenziali in Africa in generale e nella RDC (Repubblica Democratica del Congo, ndr) in particolare? Questa domanda può essere considerata provocatoria dagli ideologi della democrazia in Africa. Tuttavia, è conseguente l’osservazione elettorale nel continente africano negli ultimi venticinque anni, in particolare le ultime elezioni presidenziali in Congo.
Nel continente, le elezioni presidenziali mettono in mostra ovunque le stesse proteste di frode, brogli e mancanza di trasparenza ed equità. Perché organizzare un’elezione il cui processo è in ogni caso messo in discussione e raramente porta all’alternanza, ma piuttosto alla violenza e alla morte?
La mia tesi è che le elezioni presidenziali non dovrebbero tenersi in alcuni paesi africani, come il Congo Democratico. Non farlo è salvare vite umane, è risparmiare denaro, è emanciparsi da attori politici che mancano di ispirazione. Il guadagno umano, economico, morale e politico della non organizzazione delle elezioni presidenziali supera il mantenimento di una farsa che mira solo a soddisfare la comunità internazionale.
Il modello democratico occidentale, contrariamente al pensiero propagandato, non è universale. Ogni società dovrebbe inventare il proprio modello di governance che garantisca la propria sostenibilità nella pace e nel progresso.
In quanto tali, le elezioni presidenziali potrebbero essere mantenute solo nei paesi in cui l’esperienza sembra fruttuosa. Ma negli altri bisogna pensare ad altre soluzioni, prima che l’Occidente trovi – l’ennesima – “soluzione” da imporre agli africani, per la colpa di non avercela fatta da soli. Il sistema parlamentare, tra gli altri, può contribuire a ridurre le tensioni e la violenza a livello regionale o locale piuttosto che a livello nazionale. Inoltre, un candidato alle elezioni presidenziali ivoriane del 2015 aveva proposto la brillante idea di un sistema completamente nuovo basato su una presidenza a rotazione tra regioni o blocchi etnici. Perché non provarci nel Congo Democratico?
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