Un conflitto sorto tra un ordine di suore, le Piccole Sorelle di Maria, Madre del Redentore, ed il loro vescovo in Francia si estende ed arriva al Vaticano. L’attrito diventa così forte che le suore hanno richiesto di essere esonerate dai loro voti. Speriamo che questa situazione si risolva per il meglio.
Riprendo dall’articolo di Matthew Cullinan Hoffman la maggior parte del suo scritto, quella in cui vengono riportati i fatti così come riassunti dalle fonti giornalistiche. Eccola nella mia traduzione.
Quasi tutti i membri di un ordine conservatore di suore che servono gli anziani nelle case di cura francesi hanno annunciato di aver chiesto di essere liberate dai voti a seguito dei tentativi del Vaticano di costringerle a modificare il loro stile di vita e di “modernizzare” il loro ordine.
Secondo i loro sostenitori laici, le suore sono state accusate di essere impegnate in “troppa preghiera” e sono state espresse preoccupazioni per il fatto che indossano il guimpe, una forma tradizionale di copricapo religioso usato dalle suore che non è più in voga nella élite liberale della Chiesa. Le suore dicono di essere accusate di “autoritarismo deviante”, di essere “troppo classiche” nel loro pensiero, e di essere colpevoli di “immobilismo” nella loro devozione al carisma del loro istituto.
Un totale di 34 dei 39 membri delle Piccole Sorelle di Maria, Madre del Redentore, dicono di voler abbandonare l’ordine dopo che un dicastero vaticano ha rimosso la loro superiora generale e ha tentato di imporre tre “commissari” su coloro che erano ostili alle loro pratiche più tradizionali.
I tre commissari sono guidati da una suora religiosa e professoressa di teologia con un taglio di capelli corto che non porta l’abito, una che difende Amoris Laetitia e che le suore hanno detto non comprende il loro carisma religioso.
Le suore dicono che le loro proteste contro la scelta dei commissari e la richiesta di ricevere qualcun altro più adatto al loro carisma sono cadute nel vuoto, inducendole a concludere che non potevano più svolgere la loro vocazione all’interno del loro istituto.
“Dopo aver acquisito durante tutto l’anno la certezza morale che l’accoglienza del commissario apostolico all’interno del nostro Istituto avrebbe causato gravi e certi danni, sia per quanto riguarda la comprensione del carisma lasciato in eredità da Dio a Madre Maria della Croce, la nostra Fondatrice, sia per quanto riguarda il modo di viverlo, dopo aver più volte proposto soluzioni di pacificazione senza che ci sia mai stata data alcuna risposta, dopo aver consultato persone autorizzate e competenti, dopo aver pregato molto e sempre con il desiderio di rimanere figlie della Chiesa, volendo rimanere fedeli e obbedienti alla verità, ci è sembrato che non abbiamo avuto altra scelta che rinunciare ai nostri voti”,
hanno scritto le sorelle in una dichiarazione pubblica rilasciata il 7 novembre (PDF qui).
“Siamo quindi 34 su 39 suore che sono membri dell’Istituto, che hanno chiesto di essere sollevate dai nostri voti dal Dicastero dei Religiosi”, aggiungono le suore. “Non facciamo questo sacrificio con leggerezza: vogliamo rimanere in piena comunione con la Chiesa, ma non possiamo indicare più chiaramente, né più dolorosamente, la nostra impossibilità, in coscienza, di obbedire a ciò che è imposto”.
Le Piccole Sorelle di Maria, Madre del Redentore, risalgono al 1939 quando un’organizzazione di donne fu fondata da Mere Marie de la Croix (“Madre Maria della Croce”), secondo l’organizzazione laicale che difende la loro causa. Inizialmente era un’associazione di fedeli e nel 1989 l’allora vescovo di Laval, Louis-Marie Billé, le ha conferito lo status di Istituto di vita consacrata.
Secondo il sito web cattolico francese Risposte Catholique, l’Istituto comprende attualmente quattro comunità situate nelle diocesi di Laval e Tolosa, dove dirigono quattro case di cura per anziani nei dipartimenti francesi di Haute-Garonne e Mayenne. Offrono anche catechesi e formazione alla vita spirituale alle famiglie cattoliche, e aprono i loro conventi a gruppi parrocchiali e di ritiro spirituale. Il loro servizio ai fedeli cattolici, tuttavia, finirà presto se non si troverà una soluzione al conflitto.
Visite invasive
I travagli delle Piccole Sorelle iniziarono nel 2016, quando il vescovo di Laval, Thierry Scherrer, tentò di separare una delle case di cura delle suore dall’associazione che le gestisce, nonostante le preoccupazioni che una tale riorganizzazione sarebbe costata milioni di euro e avrebbe messo in pericolo la sostenibilità finanziaria della casa. Le suore si opposero all’idea, così come fece il consiglio di amministrazione della casa di cura, che respinse la proposta di Scherrer.
In apparente ritorsione, il vescovo Scherrer ordinò una visita canonica delle sorelle, inviando due rappresentanti per indagare su di loro alla fine del 2016. Il risultato è stato un rapporto molto negativo, reso pubblico nel giugno 2017, che affermava l’esistenza di “problemi di amministrazione” nell’ordine, una rivendicazione vigorosamente contestata dalle suore, che espressero forti dimostrazioni di soddisfazione nei confronti delle loro superiori. Le suore definirono la relazione una “caricatura” del loro ordine, prodotta come “pre-giudizio” nei loro confronti.
Sia le sorelle che il vescovo Scherrer hanno poi chiesto alla Santa Sede di risolvere la controversia. La Congregazione per gli Istituti per la Vita Consacrata e le Società per la Vita Apostolica hanno risposto nel settembre 2017 togliendo la superiora generale dell’Istituto, Mère Marie de Saint Michel, e la loro maestra delle novizie, allontanandole dalla casa madre.
La Congregazione ha poi nominato tre “commissari” per sovrintendere alle suore, che non sono state accettate perché non adatte al loro carisma, e hanno chiesto la nomina di altri commissari più idonee. Quando questa (richiesta) è stata rifiutata, le suore hanno fatto appello al Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica, il più alto tribunale della Chiesa Cattolica. Le sorelle dicono che in agosto il Tribunale si è pronunciato in maniera sfavorevole senza permettere al loro avvocato in diritto canonico di presentare le sue argomentazioni, che le sorelle hanno denunciato come ingiuste.
Incontra il nuovo capo: la senza abito Suor Geneviève Médevielle
Il Vaticano sta cercando di imporre all’ordine Suor Geneviève Médevielle, la principale tra i tre commissari. Médevielle è una religiosa che si veste in abiti laici e indossa un taglio di capelli corti senza copricapo. È docente di etica all’Istituto cattolico di Parigi e autrice del libro di recente pubblicazione “Migranti, Francesco e noi”. Médevielle scrive in difesa di Amoris Laetitia contro i “conservatori e tradizionalisti” che la criticano.
Marcel Mignot, presidente dell’Associazione di sostegno alle Piccole sorelle di Maria, ha detto al quotidiano francese La Croix: “Le Piccole sorelle sono rimproverate perché pregano troppo, e vogliono anche che cambino il loro abito (o la loro abitudine?, non è chiaramene traducibile, ndr). Vogliono modernizzarle e farle evolvere togliendole dalle loro radici”.
Médevielle nega la pretesa di voler trasformare l’Istituto, rispondendo a La Croix: “Voglio rispettarle, non trasformarle! Se ci saranno cambiamenti, essi non riguarderanno assolutamente il loro carisma”.
Tuttavia, secondo l’Associazione di sostegno delle suore, “i commissari hanno anche annunciato lo schema generale del loro progetto di riforma della congregazione. Le Piccole Sorelle, in effetti, hanno visto chiaramente le evoluzioni che le attendono, verso una presunta modernità, fatta di progressiva banalizzazione se permetteranno a suor Medevielle di prendere le redini del loro istituto, con l’appoggio del Dicastero”.
“Quest’ultimo ha dichiarato, dopo un incontro, ‘Non toccheremo affatto il vostro carisma, ma il vostro modo di viverlo’. Questo dice tutto”, aggiungono i sostenitori laici delle suore.
“Lo scopo che si cerca non è quello di stabilire la verità e di permettere alle Piccole Sorelle di continuare la loro missione a beneficio di tutti, nel rispetto del loro carisma”, scrivono i sostenitori delle suore. “L’unico obiettivo di Roma è quello di completare il progetto del vescovo Scherrer: prendere il controllo dell’Istituto per farlo evolvere secondo le sue opinioni, sia che si tratti di sfidare la verità, sia che si tratti di sfidare i diritti della difesa, sia che si ricorra alla menzogna. È, almeno, indegno dei valori promossi dal Santo Padre ogni volta che parla pubblicamente”.
Nel frattempo, i commissari hanno insistito che, nonostante l’appello, avrebbero condotto una visita, e hanno minacciato di allontanare le sorelle dall’Istituto se avessero rifiutato loro l’ingresso. Non hanno tenuto conto del fatto che le suore stavano facendo ricorso contro le nomine dei commissari, sostenendo che ciò non forniva loro alcuno sgravio legale dall’obbligo di obbedire. Le suore hanno poi ceduto e hanno permesso la visita, che è sembrata confermare i loro peggiori timori.
“Intimidazione, minacce e manipolazione”.
Secondo l’Associazione di sostegno delle suore, i tre commissari hanno cercato di incontrarsi individualmente con ciascuna sorella per mettere le suore una contro l’altra, suggerendo che, se avessero cooperato, avrebbero potuto avere posizioni di rilievo nel nuovo Istituto riorganizzato.
“Le visite si sono svolte sotto costrizione, sotto forma di un colloquio individuale con le Piccole Sorelle, che erano sole di fronte a due commissari….quest’ultime, sulla base del profilo delle sorelle, avrebbero cercato di rassicurare alcune, cercando di attrarre altre con ‘buone posizioni’ nell’organizzazione futura della congregazione…Come se la principale obiezione di questa operazione fosse di aprire una breccia nell’unità delle Piccole Sorelle, nella speranza di dividerle, mentre prevale una bella comunione tra loro”.
“I metodi usati, un misto di intimidazione, minacce e manipolazione, sembrano molestie morali per molte suore”, aggiungono.
Suore esonerate – ma il Vaticano rifiuta di revocare le sanzioni
Dopo la visita dei commissari, nel giugno di quest’anno è stato pubblicato un nuovo rapporto sullo stato dell’Istituto. Secondo l’Associazione di sostegno delle suore, il secondo rapporto ha riconosciuto che “molti elementi importanti del primo rapporto della visita canonica del 2016, sulla base del quale sarebbero state imposte le sanzioni, non rispecchiano la realtà”.
“Ammettono che le suore costituiscono una comunità dinamica e che lo spirito che regna è positivo. Evidenziano solo alcune critiche piuttosto banali, che non sono paragonabili alle lamentele fatte nella relazione iniziale”, scrivono i sostenitori delle suore.
Nonostante siano state scagionate nel secondo rapporto, tuttavia, le suore sono state informate che le sanzioni imposte loro dal dicastero non saranno revocate. “Le Piccole Sorelle sono stupefatte” scrive l’Associazione di sostegno. “Non cessano di esprimere la loro indignazione di fronte a questo rapporto fallace, chiedendo che sia fatta giustizia per loro, che tutte le sanzioni infondate e degradanti siano revocate”.
Le suore lamentano che, mentre l’accusa contro le loro superiori di essere troppo pesanti è contraddetta dalla testimonianza delle suore stesse, il Vaticano stesso è stato estremamente autoritario nel modo in cui ha trattato le suore.
“Anche se le superiori sarebbero accusate di un “autoritarismo deviante”, come dice il primo rapporto, qui l’obbedienza viene improvvisamente brandita come un dovere senza appello, senza la preoccupazione di una giusta coscienza che ha voce in capitolo, senza che ci sia mai stato spiegato il minimo obiettivo fondamento di tutte queste misure romane”, scrivono le suore nella loro più recente dichiarazione pubblica. “Quindi ci sarebbero stati due pesi, due misure in questa faccenda?”.
Inoltre, le suore scrivono che una delle loro case nel sud della Francia è stata presa di mira dall’arcivescovo di Tolosa, Robert Le Gall, che ha vietato loro di partecipare alla loro forma più tradizionale di messa nella cappella della loro comunità. Questa sembra essere la stessa casa che ha rifiutato di partecipare alla Messa di Le Gall nella casa di cura locale, presumibilmente a causa delle differenze nella pratica liturgica. La casa si trova a Castelnau-d’Estrétefonds, a nord di Tolosa, in Haute-Garonne, ed è guidata da Sr. Marie-Liesse Laplace.
Il Vaticano invia l’ultimatum: sottomettetevi o sarete allonate
Infine, nel mese di settembre, il cardinale prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, João Braz de Aviz, ha inviato un ultimatum alle suore, chiedendo loro di accettare Sr. Geneviève Médevielle come loro autorità “senza riserve” o di essere allontanate dall’Istituto. La stragrande maggioranza ha chiesto di essere liberata dai voti, piuttosto che sottomettersi a Médevielle. Non è stato ancora fatto alcun annuncio riguardo alla risposta della Santa Sede.
Le suore furono sottoposte a un processo simile negli anni ’70, quando i funzionari della Santa Sede cercarono di costringerle ad unirsi ad altri istituti. Le suore resistettero ed espressero la loro preferenza di perdere il loro status di religiose piuttosto che entrare in un altro istituto, secondo l’Associazione di sostegno. Tuttavia, la loro congregazione sopravvisse al calvario.
Le suore hanno dichiarato pubblicamente di voler vedere il pubblico informato della loro situazione e di vederlo venire in loro aiuto nel resistere a quella che considerano una grave ingiustizia contro il loro istituto e il suo carisma di aiutare la sofferenza alla fine della vita. Le informazioni di contatto per coloro che sono interessati a sostenere e difendere le Piccole Sorelle si trovano in fondo a questo articolo.
L’apparente persecuzione delle Piccole Sorelle ha attirato l’attenzione dei media in Francia, ed è stata seguita sia in televisione che sulla stampa. Il sindaco di Saint-Aignan-sur-Roe, dove si trova la casa madre delle suore, sostiene pubblicamente le suore.
“Ho difficoltà a capire questa lotta di potere”, ha detto il sindaco Loïc Pène al giornale Haut Anjou. “Le suore hanno il mio pieno sostegno perché so cosa rappresentano per la città. Sono ben integrate ed è di interesse locale che rimangano presenti. Sono ben consapevole di tutto ciò che portano. Tutto quello che fanno, inoltre, lo fanno bene. Spero solo che questo conflitto finisca bene e che la casa di cura non finisca per essere indebolita”.
Un rappresentante della diocesi di Laval ha detto allo stesso giornale che le suore hanno causato le loro sofferenze resistendo all’autorità di Roma. Ha anche affermato che le misure di riforma che i commissari stanno cercando di imporre erano già nelle operazioni degli anni precedenti.
“La situazione è difficile, è vero, tanto che ora è nelle mani di Roma. Ma fin dall’inizio siamo stati coinvolti in aggiustamenti e raccomandazioni e non siamo stati affatto in conflitti o lamentele”, ha detto la portavoce diocesana Véronique Larat. “Gli adeguamenti, tra l’altro, erano già stati proposti dai vescovi Billé e Maillard, i predecessori del vescovo Scherrerer. Si è semplicemente preso una posizione in continuità con loro”.
“Le suore sono molto turbate da questa situazione a causa della [loro] disobbedienza, [e] molte persone soffrono”, aggiunge Larat. “Chiediamo ancora la riconciliazione e che permettano al commissario pontificio nominato da Roma di unirsi a loro”.
Commentando l’imminente distruzione dell’ordine, Risposte Catholique scriveva a settembre: “Queste suore sono ovunque molto amate dal clero e dal popolo. Che ne sarà delle circa quaranta suore che non lo saranno più? Che cosa faremo delle loro case di riposo, degli anziani che accolgono, del personale che vi lavora? Vediamo così le diocesi senza sangue amputare le loro ultime forze vive, in una sorta di auto-annientamento delle chiese moribonde”.
(…)
Fonte: LifeSiteNews
Scrivi un commento