Le scuole devono promuovere il contrasto alle discriminazioni e alle violenze di qualsiasi tipo, non fare propaganda! L’intervista al Sottosegretario all’Istruzione, on. Rossano Sasso, sulla Giornata contro l’omofobia.
La circolare del Ministero dell’Istruzione – diramata nei giorni scorsi – agli Uffici Scolastici Regionali e agli Istituti di ogni ordine e grado, comprese quindi le scuole elementari, affinché organizzino il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia iniziative di educazione e sensibilizzazione su tali argomenti, ha destato una sorta di bufera politica[1]: Fratelli d’Italia ha invitato il ministro Patrizio Bianchi a ritirare la circolare preannunciando un’interrogazione parlamentare e, assieme al Sottosegretario all’Istruzione della Lega, Rossano Sasso, accusa la maggioranza Pd e M5S di voler far rientrare dalla finestra il Ddl Zan, spalancando di fatto le porte delle scuole all’ideologia gender. Infatti, la proposta di legge, bocciata in Parlamento nel 2021 (anche diversi deputati di sinistra avevano votato contro un’identità di genere staccata dal sesso biologico, fluida e molteplice come le percezioni individuali) e ora rilanciata dai Dem, prevedeva tra i punti più controversi proprio l’istituzione di tale ‘Giornata nazionale’.
Grande la preoccupazione anche tra le associazioni familiari, diverse delle quali sorte negli ultimi anni proprio per contrastare la diffusione nelle scuole della Dottrina del Gender (propaganda questa vietata espressamente dalla circ. 1972 del 2015). In questa circostanza la dott.ssa Giusy D’Amico, Presidente dell’Associazione Non si tocca la Famiglia, ha posto all’on. Rossano Sasso, alcune questioni sulle quali i genitori hanno chiesto ripetutamente chiarimenti[2].
Dott. D’Amico – È in arrivo il 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia – indetta con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26/04/07. Molti genitori scrivono preoccupati alla nostra associazione per chiedere come tutelare i propri figli dalla propaganda gender, incentrata sul tema della fluidità di genere, perché purtroppo in moltissime scuole di questo si tratterà.
È giusto e doveroso che la scuola educhi al rispetto per tutti, ma la lotta alle discriminazioni non può diventare il pretesto per introdurre nella mente dei più giovani in modo surrettizio, cioè senza il consenso dei genitori, messaggi ideologici – come quello della fluidità di genere – in grado di turbarli e disorientarli. In qualità di Sottosegretario all’Istruzione come sente di rassicurare le famiglie preoccupate?
On. Sasso – I timori di tante mamme e tanti papà sono gli stessi che nutro io, anche perché nel recente passato abbiamo avuto diversi tentativi di strumentalizzare e ideologizzare momenti di dibattito e riflessione per trasformarli in occasioni di propaganda. La circolare del Ministero dell’Istruzione parla chiaro: le scuole devono promuovere il contrasto alle discriminazioni e alle violenze di qualsiasi tipo, cosa che ovviamente non può che trovarci d’accordo, ma non altro. Vigileremo attentamente e ci attiveremo immediatamente qualora venissimo a conoscenza di palesi violazioni della normativa vigente e del consenso informato dei genitori.
Dott. D’Amico – Abbiamo raccomandati ai genitori di chiedere che qualsiasi iniziativa proposta dagli istituti scolastici preveda il Consenso Preventivo Informato da parte loro e di segnalare gli abusi didattici che violano il Patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia. Come può intervenire il Miur per tutelare questa alleanza?
On. Sasso – L’interlocuzione con le famiglie e con la galassia delle associazioni che le rappresentano e le difendono è una risorsa preziosissima, perché ci permette di avere contezza di tanti episodi che altrimenti passerebbero sotto silenzio. In tanti, purtroppo, preferiscono subire senza replicare per timore di essere etichettati come omofobi o intolleranti. Ma va sottolineato con forza che una circolare ministeriale, la numero 1972 del 2015, specifica come le teorie sull’identità di genere non rientrino tra le conoscenze sui diritti e i doveri costituzionali dei cittadini da trasmettere agli studenti e siano da considerare pratiche estranee al mondo educativo. Sulla base di questa norma si può intervenire per censurare qualsiasi tentativo di veicolare i temi relativi al gender ai nostri studenti.
Dott. D’Amico – Quale invito vuole rivolgere alle scuole e ai docenti in prossimità di questa giornata, affinché tutto si svolga secondo le normative previste nel rispetto dei genitori e del loro primato educativo sancito dalla nostra Costituzione e da diversi trattati internazionali?
On. Sasso – La maggioranza degli insegnanti non ha bisogno di appelli o inviti, perché svolge ogni giorno con responsabilità e lealtà il mestiere che considero il più bello e importante del mondo. A quelli che, al contrario, vorrebbero usare la cattedra per fare politica dico di lasciare sereni i nostri studenti, soprattutto quelli più piccoli, e di rispettare le famiglie italiane. Che siano queste ultime a occuparsi dell’educazione sentimentale dei loro figli, senza dover subire imposizioni e condizionamenti esterni.
Note:
[1] Cfr. Agenzia DIRE,17 maggio 2022, www.dire.it
[2] Cfr. Nonsitoccalafamiglia.org
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